Riso intenso

Il record di rendimento nella produzione di risone non è detenuto da una stazione di ricerca agricola o da un coltivatore hi-tech degli USA, ma da Sumant Kumar, agricoltore su due ettari nel villaggio di Darveshpura nell’India del Nord. Il suo rendimento record di 22,4 tonnellate per ettaro (quasi tre volte le rese medie di sistemi convenzionali) è stato raggiunto con ciò che è noto come il Sistema di Intensificazione del Riso (SIR). Un sistema di intensificazione colturale che sta rapidamente facendo proseliti in molti Paesi dove aumenta la produttività semplicemente cambiando la gestione di suolo, acqua e sostanze nutritive, e prolungando la vita dei sistemi radicali grazie a un forte incremento della diversità, dell’abbondanza e dell’attività degli organismi del suolo, dimostrando anche maggiore resistenza all’alea climatica.

Si stima che 4-5 milioni di risicoltori in tutto il mondo utilizzino i metodi SIR, il cui successo può essere attribuito al basso rischio colturale, al limitato fabbisogno di tecnologie sofisticate, al risparmio economico nell’acquisto di input e al valore della produzione grazie alle rese più elevate.

Le pratiche del Sistema di Intensificazione del Riso sono state sviluppate inizialmente circa 30 anni fa in Madagascar dove operò P. Laulanié, il suo pioniere, cui l’idea per il SRI è venuta tramite lo studio della pianta del riso, definita “la mia maestra (mon maître)”. Ora vengono adottate e adattate per migliorare la produttività di altre colture quali frumento (con aumenti si resa tra il 10 e 140% in vari contesti monitorati), miglio (+ 200-300%), canna da zucchero (+20-100%), senape (+200-300%), teff (+200-00%), legumi (+50-200%), ortaggi (+100-270%).

Il fatto che risultati promettenti siano stati ottenuti su diverse colture suggerisce che vi siano dinamiche sistemiche che vanno oltre la buona predisposizione genomica del riso, seppur le ragioni di tali performance non sono completamente note. Si sta comunque raccogliendo un numero crescente d’informazioni agronomiche e sperimentali che aiuta a spiegare i miglioramenti osservati nel rendimento e nello stato fitoiatrico delle colture di riso coltivate con questo metodo. I ricercatori che si sono attivati nella rete SIR si sono convinti di rivolgere particolare attenzione ai contribuiti del biota del suolo, sia a livello della rizosfera delle piante che come endofiti simbiotici nelle piante stesse.

Lo SRI non rappresenta in sé un’articolazione dell’agricoltura biologica, ma costituisce un valido esempio di come si possa perseguire quella intensificazione eco funzionale che il biologico rivendica e declina da alcuni anni.

Per approfondimenti: Uphoff, N. 2012. Comment to ‘The System of Rice Intensification: Time for an empirical turn’, [NJAS – Wageningen Journal of Life Sciences 57 (2011) 217-224]. NJAS – Wageningen Journal of Life Sciences 59(1-2): 53-60. doi:10.1016/j.njas.2012.02.001

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