L’Italia è ai primi posti nel mondo per la produzione di vino bio: boom di superfici investite a vigneto biologico e di aziende, crescita dei consumi e ottime performance nell’export. All’indomani dell’approvazione del Testo Unico del vino, Alba Pietromarchi, ricercatrice Firab, prova a fare il punto sul mercato del vino biologico nelle pagine di Vitenda 2017, l’agenda del vitivinicoltore alla sua 22a edizione.
Sempre in tema di biologico, il Prof. Roberto Zironi, coordinatore del Corso di laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Udine, parla di viticoltura ed enologia biologica ed, in particolare, su come prevenire l’ossidazione e ridurre l’anidride solforosa nei mosti e nei vini, gli additivi, l’iperossidazione e l’iper-riduzione, l’acido ascorbico e gas protettivi, i lieviti selezionati e indigeni, etc.
“Il vino biologico si presenta oggi come una realtà consolidata ed in evoluzione: 316mila ettari di vigneti nel 2014, aumentati del 66% in soli 6 anni, e una produzione mondiale di 6 milioni di ettolitri che presenta forti prospettive di crescita. E’ in Europa che si concentra la produzione, con circa l’84% del totale delle superfici vitate mondiali.
Un processo di sviluppo che è stato di certo aiutato dal Regolamento Ue sul vino bio n. 203/12. Un regolamento che è andato a colmare un vuoto normativo e che ha sicuramente favorito la crescita di consapevolezza nei consumatori rispetto all’esistenza di vini a marchio bio; la maggiore chiarezza comunicativa, poi, non ha fatto altro che aggiungere appeal al vino bio e di conseguenza dare una notevole spinta in alto alle vendite.
Alle spalle del successo di vendite e di penetrazione nel pubblico dei consumatori ci sono gli ottimi risultati sul campo.
Una forte crescita di cantine certificate, passate da 1.300 (2013) a circa 2.220 (2015) che vinificano uve coltivate in perfetto equilibrio con la terra, secondo le metodiche dell’agricoltura biologica, provenienti da 84mila ettari, aumentati del 16% nell’ultimo anno”, come si legge nell’articolo scritto da Pietromarchi su Vitenda 2017
Ciò che emerge, come scrive il prof. Zironi nelle pagine di Vitenda 2017, è che: “Oggi, dopo quattro anni di vinificazioni biologiche il panorama delle produzione mostra un notevole affinamento delle tecniche applicate tanto che sono disponibili sul mercato vini rossi a zero contenuto in solfiti e vini bianchi con contenuti di questo additivo inferiori ai 50 mg/L. Il tutto senza pregiudicarne l’equilibrio sensoriale e la stabilità tanto che le produzioni biologiche oggi competono con quelle convenzionali nei concorsi enologici internazionali e nei favori degli opinionisti. Il crescente favore del mercato che giustifica il trend positivo delle produzioni sopra ricordato è il miglior indicatore che il vino biologico non è più un fenomeno di nicchia, ma sta diventando un fenomeno di massa che stimola i produttori di vino convenzionali ad interrogarsi se per la produzione del vino sia veramente necessario un massiccio uso degli additivi.”
L’uscita di Vitenda vede anche la grande novità normativa dell’approvazione del Testo Unico del vino.
Si tratta di un provvedimento che include 90 articoli e che porterà da subito numerose semplificazioni e facilitazioni per gli operatori del settore vitivinicolo, riassumendo tutta la normativa precedente. Tra i temi trattati l’istituzione di un registro unico dei controlli, l’introduzione di ulteriori strumenti di tracciabilità del vino (con sistemi telematici di controllo), alcune semplificazioni per la tenuta dei registri dematerializzati, il riconoscimento del vino e dei territori viticoli come patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare (vigneto sentinella del territorio), la salvaguardia da parte dello Stato dei i vigneti in territori soggetti a rischio idrogeologico e di pregio paesaggistico, storico, ambientale e la definizione più rigorosa di vitigno autoctono italiano.
Tra gli articoli dell’edizione 2017 di Vitenda segnaliamo un’ampia trattazione sui costi di gestione del vigneto in tutte le sue fasi, dall’impianto alla vendemmia, e di cantina e un articolo su alcune delle aree italiane in cui si pratica con coraggio e caparbietà viticoltura “eroica”, illustrata da una ricca ed eloquente iconografia. Nelle pagine interne dell’agenda Vitenda, che scandiscono le settimane si conferma la finestra sulle DOC e DOCG di varie regioni italiane, con informazioni tratte dai Disciplinari di produzione che tutelano il patrimonio e l’identità storico-culturale dei nostri vitigni. Stralci sulla vitivinicoltura del passato sono anche quest’anno presi dalla rivista “Il Coltivatore” e pensieri e aforismi sul vino tratti da film, canzoni, romanzi e raccolte di versi, eno-notizie divertenti “rubate” da Winenews, infine informazioni sulle fiere e convegni di settore.
Novità di quest’anno sono i QR code che aprono l’accesso su approfondimenti interessanti.
Per visionare gli estratti del volume e ordinarlo consultare il sito www.viten.net, dove troverete anche informazioni in merito ai corsi di viticoltura ed enologia proposti dalla Vit.En. (novità di quest’anno la giornata dedicata alla potatura).