Dal 25 settembre prende il via a Varese il Festival dell’Utopia: Luca Colombo, segretario generale FIRAB, interverrà alla Conferenza d’apertura su “mangeremo: futuro semplice del cibo”.
Convegni, conferenze, corsi e spettacoli che si svolgeranno in sedi diverse sino al 4 dicembre, affrontando e sviluppando il tema tema dell'”Utopia”
Utopia è futuro.
Utopia è immaginare il futuro. Viviamo un’epoca in cui sembra che la realtà ci domini senza lasciarci scampo, in cui presenze lontane, a cui non sappiamo dare un nome né un volto, decidono il nostro destino. Utopia è invece darsi gli strumenti di conoscenza e ragionamento per dare al mondo la forma che desideriamo. Per questo il festival dell’Utopia non è una kermesse, ma un laboratorio di idee e di esperienze, un confronto vero, in cui il pubblico viene sollecitato a pensare oltre al presente, a trasformarsi in utopista. L’edizione 2017 è organizzata attorno a tre fili conduttori.
- Agricoltura e città: modelli di utopia concreta.
- Il futuro dell’impresa e del lavoro.
- Umanesimo: il secolo dell’arte e della cultura
Agricoltura e città: modelli di utopia concreta.
Dalla questione centrale dell’agricoltura, nutrire a metà del secolo oltre 9 miliardi di persone, su cui ragioneranno Luca Colombo e Marco Bertaglia, si passerà alle reti che integrano consumatori, produttori e distributori per “la buona agricoltura” e a come anche la città si possa dare una “politica del cibo”.
La città è sempre più luogo di sperimentazioni e nuove centralità: nel festival vogliamo guardarla da punti di vista inediti, dalle periferie e con gli occhi degli abitanti più fragili, nella sua evoluzione storica da borgo a capoluogo di provincia, nel suo possibile protagonismo nella sfida più difficile del nostro tempo, i cambiamenti climatici.
Il futuro dell’impresa e del lavoro.
L’impresa civile è la nuova parola d’ordine di un’impresa attenta al suo rapporto con l’etica, con l’ambiente, con le sue responsabilità sociali.
Ci si soffermerà sui metodi e gli strumenti con cui dar corpo alla “responsabilità sociale d’impresa” e sulla figura del vero utopista concreto della nostra recente storia, Adriano Olivetti.
L’altro versante dell’economia è il futuro del lavoro.
Ci si occuperà delle sue prospettive a medio termine, a partire dalla minaccia che la tecnologia, soprattutto quella digitale, riduca lo spazio del lavoro, modificando nello stesso tempo, ed in profondità, il ruolo che il lavoro occupa nella società e nella vita delle persone.
Umanesimo: il secolo dell’arte e della cultura.
L’anno scorso si ricordavano i 500 anni dalla pubblicazione di “Utopia” di Thomas More. Quest’anno si vuole tornare al secolo che lo ha preparato e preceduto, il secolo dell’Umanesimo.
Doriana Giudici si soffermerà sugli strumenti che hanno favorito, accompagnato e contribuito alla diffusione dell’Umanesimo: l’invenzione della stampa e le nuove strutture scolastiche. Bruno Belli farà rivivere la nascita del melodramma. Rita Zumin esplorerà come si modifica la concezione utopica in funzione della concezione diversa del tempo. Mario Speroni ripercorrerà l’elaborazione giuridica dell’umanesimo. Enrico Cerri ci restituirà il ruolo centrale del ritratto.
Programma del festival.
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