Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini responsabili possa cambiare il mondo.
E’ invece l’unico modo in cui ciò è sempre accaduto. Margaret Mead[1]
Vino biologico, boom del Veneto: +231% in 10 anni per le superfici coltivate
Nella prima regione italiana per produzione di uva da vino, cominciano ad emergere i numeri della viticoltura bio: le superfici viticole bio in Veneto sono aumentate in dieci anni del 231%, da 1.428 ettari nel 2008 a 4.728 ettari nel 2017 e del 5,2% nell’ultimo anno, contro ad un timido 1,8% a livello nazionale.
Ma il successo non si ferma al solo settore vitivinicolo.
Gli ultimi dati forniti dal Sinab (Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica) registrano un netto incremento delle coltivazioni biologiche venete del 18,3% nel 2017, che hanno toccato i 28mila ettari di SAU biologica, e con il 31% in più di aziende che si sono convertite in un solo anno, raggiungendo i 3.556 operatori bio.
Gli agricoltori biologici veneti sono sempre di più, così come le aziende certificate:
nel 2017 il Veneto è la Regione che registra il più alto incremento in percentuale di produttori certificati bio (+37%), che significa, in valore assoluto, 674 produttori in più che si aggiungono ai 2.516 dell’anno precedente.
Dei 3.556 operatori bio che risultano certificati al 1°gennaio 2018, il 70% sono produttori, di cui il 13% è anche preparatore; mentre il 28% è esclusivamente preparatore, una quota di rilievo se comparata a quella nazionale che incide per l’11%.
Crescono le aziende bio, crescono le superfici coltivate.
Un successo che ha registrato incrementi annui a due cifre nelle coltivazioni: come per cereali, +18,4%, e per ortaggi, +24,7%, e a tre cifre per le colture foraggere che aumentano addirittura del 125,5% in un solo anno. Di conseguenza è cresciuta l’incidenza sulla SAU totale regionale che ha raggiunto il 3,4% e sulla compagine aziendale portatasi a quota 2,3%, anche se ancora bassa. In relazione alle tipologie colturali, il 52% della superficie biologica in Veneto è rappresentata da cereali, leguminose, colture industriali e foraggere avvicendate, seguite da vite (17%), frutta (9,4%), ortaggi (4,4%) e olivo (1,1%).
Vino biologico in Veneto
In Veneto la vite biologica è cresciuta in questi anni, da 1.834 ettari nel 2010 a 4.728 ettari nel 2017, ma risulta ancora bassa la sua quota percentuale sul totale nazionale. Sulla base dei dati Sinab, infatti, la regione incide solo per il 4,5% sul totale nazionale.
Nel 2017, in Veneto 5 ettari su 100 di vigneto sono biologici: un settore ancora di nicchia ma che sta suscitando largo interesse da parte dei consumatori e di conseguenza dei produttori.
Secondo Avepa, in Veneto nel 2017 le aziende produttrici rilevate nel comparto vite biologica sono 739 e mostrano una crescita del 13,7% rispetto al anno precedente. Relativamente al comparto del prosecco bio, settore di crescente interesse da parte dei consumatori ma anche per i produttori, non sono disponibili dati complessivi sulla sua produzione; in ogni caso, secondo il rapporto 2017 del Centro Studi di Distretto del Prosecco Superiore (Conegliano Valdobbiadene), si registra un +20% di imbottigliatori e una produzione di 430 mila bottiglie nel 2016.
Vino bio in Italia
Secondo i dati del Sinab, in Italia si trovano un terzo dei vigneti biologici europei e nel 2017 la superficie vitata bio ha superato i 105 mila ettari. Stando alle stime Firab, il vino biologico ha visto un incremento nelle vendite: +102% tra il 2014 e il 2015; +64% l’anno successivo; +108% tra il primo semestre 2016 e lo stesso periodo del 2017. Infine, nel 2018 le vendite di vino bio hanno raggiunto 21,6 milioni di euro nella sola GDO, registrando, secondo Nielsen, un +88% rispetto allo stesso periodo del 2017 (a fronte di un più tiepido +3% delle vendite di vino in generale).
Il 41% degli italiani (18-65 anni) ha consumato, in almeno una occasione, in casa o away from home, un vino a marchio Bio, secondo Nomisma. E pensare che nel 2013 il consumo di vino Bio coinvolgeva solo il 2% della popolazione!
Una vera e propria rivoluzione dal basso ed è tuttora ad appannaggio dei cittadini – consumatori e produttori – che, con le loro scelte, stanno dimostrando di aver capito quanto un maggiore investimento su un modello produttivo sostenibile possa portare a cambiamenti radicali che incidono sulla salute pubblica, sull’ambiente, sui cambiamenti climatici, sulla valorizzazione dei territori.
Scelte che, nel caso delle imprese vitivinicole italiane, hanno portato a scommettere sul biologico: le superfici vitate biologiche sono passate da poco meno di 37mila ettari nel 2007 a oltrepassare 105mila nel 2017 (+187%).
I vini biologici sono sempre più il simbolo di sostenibilità ambientale e rispetto della biodiversità.
Il futuro del vino e di tutto l’agroalimentare non potrà che essere biologico.
alba.pietromarchi@firab.it
[1] Margaret Mead, antropologa statunitense, 1901-1974