Ampi spazi di sviluppo per allevatori che producono latte. I consumatori guidano la crescita del bio, ma serve più attenzione a livello politico. Il biologico è innovazione, responsabilità e qualità
Da 9 sono diventate 22 le catene della GDO con referenze bio, un mercato interno che in Italia è arrivato ai 3,5 miliardi di euro nel 2017
BIOLOGICO, IN ITALIA LO SCEGLIE STABILMENTE UNA FAMIGLIA SU TRE
Nel 2018 continua a crescere la domanda di prodotti biologici, così come le famiglie che li acquistano abitualmente: grazie ad un più ampio assortimento di prodotti bio presso la grande distribuzione e a uno spread dei prezzi con gli alimenti convenzionali più contenuto rispetto al passato (fatto 100 il costo della media convenzionale, quello bio è sceso da 152 a 149, quando era 160 nel 2016, l’escalation del bio è inarrestabile, fonte Nielsen). Oggi si aprono ampi spazi di sviluppo per il settore zootecnico, visto il particolare interesse dei consumatori per il latte e soprattutto per i suoi trasformati.
La conferma arriva da AIAB e FIRAB alle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona (dal 24 al 27 ottobre a CremonaFiere) dove AIAB/FIRAB sono stati fra gli organizzatori, oltre che di un workshop sui monogastrici, anche di un incontro dedicato proprio alle esperienze di conversione al biologico di allevamenti di bovini da latte.
UN’OPPORTUNITA’ PER GLI ALLEVATORI, MA SERVE ATTENZIONE POLITICA.
Ciò emerge da una lunga intervista che il presidente Vizioli ha rilasciato alla Fiera Zootecnica Internazionale di Cremona (disponibile sul sito www.fierezootecnichecr.it): «Per la zootecnia la prospettiva è quella di uno sviluppo e di una ulteriore crescita. Nelle intenzioni dei consumatori c’è grande interesse soprattutto per quanto riguarda i trasformati. Penso per esempio agli yogurt, per i quali la produzione biologica è molto richiesta. Questo è un settore che dovrebbe interessare sempre di più gli allevatori anche perché il prezzo del latte è divenuto molto complesso da sostenere. Se è vero che il metodo biologico per le stalle organizzate dà sicuramente più opportunità di valorizzazione del prodotto, è anche vero che per il latte come per tutte le materie prime, serva un ragionamento più articolato: oggi lo sviluppo del settore bio in Italia è tutto indirizzato dalla domanda dei consumatori. Il supporto di scelte di indirizzo politico, invece, è ancora carente». Diversi i punti critici indicati da Vizioli, come il piano strategico nazionale per il biologico che prevedeva un capitolo sulla zootecnia e un investimento sulla ricerca («rimasto fermo»), i piani di sviluppo rurale («poco funzionali») e la legge sul biologico («non è mai stata licenziata»). Intanto un nuovo regolamento sul biologico entrerà in vigore fra qualche anno, e l’Italia rischia di trovarsi impreparata.
BIOLOGICO SINONIMO DI INNOVAZIONE.
Vizioli risponde anche alle critiche di chi giudica come utopico e “passatista” il biologico: «Il beneficio alla salute e ambientale, anche a fronte di un prezzo maggiore del prodotto, è una variabile da tenere in considerazione. La produzione può migliorare molto, perché c’è grande fame di ricerca e sperimentazione. Il biologico non è l’agricoltura “dei nostri nonni”, è una tecnica innovativa e tutte le innovazioni hanno bisogno del sostegno della ricerca, ancora di più in zootecnia, dove si possono applicare modelli di allevamento alternativi.
Alle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona sono stati presentati due modelli di conversione: uno di un’azienda relativamente piccola, una di una grande azienda che ha studiato tecniche per essere competitiva e fornire materia prima a una grande marca del mercato nazionale.
Per FIRAB, Alba Pietromarchi ha presentato un approfondimento sul mercato dei lattiero caseari biologici che è scaricabile in pdf.
APietromarchi_FIRAB_CREMONA_25OTTOBRE2018I NUMERI DI UN CAMBIO CULTURALE
Il biologico entra ormai ogni settimana nel carrello di 6,5 milioni di famiglie (26% delle famiglie italiane) e saltuariamente in quello di 21,8 milioni di famiglie, l’88% del totale. Una vera e propria rivoluzione dal basso realizzata da consumatori e produttori che, con le loro scelte, stanno dimostrando di aver capito quanto un modello produttivo sostenibile possa incidere sulla salute pubblica, sull’ambiente, sui cambiamenti climatici, sulla valorizzazione dei territori. Siamo uno dei Paesi con i migliori risultati in Europa, con un giro d’affari sul mercato interno che, da 3 miliardi nel 2016, ha toccato i 3,5 miliardi di euro nel 2017, ed insieme con l’export oltrepassa 5,5 miliardi di euro, secondo le stime della Fondazione di ricerca FIRAB – Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica. Anche i primi mesi del 2018 confermano la forte crescita dei prodotti certificati. Nel 2018 si assiste sia a forte crescita del confezionato, in particolare per prodotti bio freschi, salutari e gustosi pronti all’uso sia all’aumento del peso delle vendite dei prodotti bio su totale food, sopra il 3,7% dei primi 5 mesi di quest’anno contribuendo alla crescita delle vendite dell’agroalimentare nella GDO, con un +10,3%.
BIOLOGICO FATTO IN CASA. GARANTISCE AIAB.
Purtroppo oggi alla crescita della domanda interna si sta rispondendo in larga parte con prodotto importato, come dimostrano anche i dati Sinab sulle importazioni. Questo si traduce in un ennesimo incremento degli importatori e nella perdita di un’occasione storica per la conversione al bio di tante nostre aziende. È importante sostenere il bio fatto in Italia, con un marchio 100% italiano, come fa da anni AIAB con un suo marchio “Garanzia Aiab”, oltre a certificare la natura bio e OGM free di un cibo, certifica anche l’origine italiana, al 100%, delle materie prime utilizzate. È importante sostenere lo sviluppo territoriale dell’agricoltura biologica italiana.
Non possiamo più aspettare, è giunta l’ora di cambiare passo.
giovedì 25 ottobre Titolo workshop “Esperienze di conversione al biologico di allevamenti di bovini da latte”
- relatori Dario Olivero e Renata Lovati della Cascina Isola Maria, Esperienze di conversione. Rese, alimentazione e trasformazione del prodotto: cosa sapere.
- Gianluca Ferrari Soc. coop. Granlatte Esperienze di conversione per chi rifornisce una grande industria come Granarolo
- Alba Pietromarchi Continua il boom del mercato e le aziende fanno reddito: il caso del latte e dei trasformati