Le principali organizzazioni del biologico scrivono al MiPAAF sui nodi del bando per la ricerca in agricoltura biologica
AIAB, ANABIO, Federbio, FIRAB e Rete Semi Rurali, tramite l’Avvocato Grano del Foro di Roma, hanno inviato una lettera al Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MiPAAF) relativamente all’Avviso pubblico per la concessione di contributi per la ricerca in agricoltura biologica n. 9220340 del 08/10/2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 07 gennaio 2021, per segnalare il grande disorientamento originato dai termini dello stesso e dalle risposte fornite alle richieste di chiarimento di possibili proponenti.
Con le FAQ pubblicate ieri, 11 febbraio, si sono superate le 50 pagine di interpretazioni del bando, in diversi punti discordanti e fuorvianti, senza peraltro che mai si chiarissero le ragioni dell’esclusione del personale a tempo indeterminato dal finanziamento o dalla possibilità di co-finanziamento dei progetti. Tale vincolo è stato sancito anche per gli Enti privati no-profit introducendo un precedente che non sembra godere di base legale e che non vige per altri bandi nazionali o europei. Non ultimo non vige per il bando Core Organic che il MiPAAF gestisce come autorità di riferimento italiana e che fa leva sulla stessa voce di bilancio che alimenta l’Avviso pubblico n. 9220340.
La lettera dell’Avvocato Grano sottolinea diverse perplessità sulle disposizioni del bando, tra l’altro manifestate anche dai quesiti interpretativi da più parti avanzati e, al fine di scongiurare il rischio che gli interessi delle Associazioni senza scopo di lucro con fini di ricerca in materia di agricoltura risultino lesi e di evitare inutili contenziosi, chiede chiarimenti invocando implicitamente una sostanziale riconsiderazione degli aspetti più controversi e contradditori manifestati dal bando e dalle successive FAQ.
FIRAB e le organizzazioni associate per conto delle quali è stata inoltrata la nota del legale auspicano pertanto che il Ministero intervenga nei termini più idonei a ripristinare o reimpostare termini chiari, equi e fungibili di un Avviso pubblico che permetta di dispiegare iniziative di ricerca effettivamente vocate a rispondere alle esigenze dell’agricoltura biologica. Ciò considerando che gli Enti no profit che, tramite il legale, hanno promosso il sollecito al Ministero sono tra i principali soggetti di prossimità al settore. Un aspetto, questo, richiamato nel bando che indica il loro coinvolgimento quale carattere premiante per le proposte, ma disabilitato nella sostanza.