La crisi economica mondiale ha rallentato la corsa del biologico, ma dati recenti indicano l’approssimarsi della soglia di 60 miliardi di dollari di vendite mondiali, secondo il Global Organic Food & Drink market report (http://www.organicmonitor.com). La crescita a doppia cifra non è stata mantenuta nel 2009 della recessione globale, ma ha comunque toccato il 5%.
Nord America ed Europa sono i due principali mercati con fatturati simili per il bio. Negli USA interi comparti dipendono da sostanziosi flussi di importazione dall’America Latina da dove proviene il grosso di frutta, ortaggi e carne biologici. Non è un caso che import-export e sistema della grande distribuzione organizzata rappresentino due volani economici importanti relativamente al giro di affari complessivo del settore.
L’Europa figura tra le aree dove i consumi hanno maggiormente rallentato, anche se in misura asimmetrica (stallo in UK e Germania, crescita in Francia e Svezia), ma la situazione mostra un deciso recupero. Alla luce di questi segnali, qual è la quota del bio italiano nell’Unione Europea? Per colmare l’assenza di stime, Firab ha da poco avviato un’indagine per dimensionare l’export biologico italiano nell’UE, che offrirà nel corso dell’anno le prime indicazioni dimensionali.