Su “Il Venerdì” de La Repubblica di oggi, un articolo di Massimiliano Di Giorgio.
Insieme ad altri legumi e cereali minori (colture neglette e sottoutilizzate) sono al centro del progetto Divinfood che vede coinvolti, oltre alla Fondazione Firab, per l’Italia, altri 6 Paesi (Danimarca, Francia, Ungheria, Portogallo, Svezia, Svizzera).
L’originalità di DIVINFOOD rispetto ad altri progetti dell’UE è il suo approccio innovativo nell’affrontare le sfide specifiche della valorizzazione della biodiversità: partiamo dal sistema di consumo e dall’anello finale della catena del valore, che consideriamo un motore per analizzare, valutare, sperimentare e strutturare l’uso più ampio delle colture neglette, con particolare riferimento a cereali minori e a legumi da granella. Questo approccio orientato al consumo rappresenta un cambiamento di paradigma nelle catene del valore degli alimenti trasformati, in contrasto con l’approccio decostruzionista che consiste nello spezzettare le materie prime in nutrienti e ingredienti per poi ricostruire alimenti diversi a partire da ingredienti diversi. Secondo l’approccio di DIVINFOOD, questo “approccio tecnologico inverso”, in cui la diversità alimentare deriva dalla diversità agricola, ha maggiori probabilità di arrestare la perdita di biodiversità.