Per un’interessante analisi delle direzioni intraprese dalla ricerca agricola nel corso degli ultimi decenni, si consiglia la lettura del libro Contested Agronomy: Agricultural Research in a Changing World, a cura di Jim Thompson e John Sumberg dell’Institute of Development Studies (IDS) nel Regno Unito. Gli autori parlano di tre correnti forti che in modi diversi hanno influenzato la ricerca agricola, con particolare attenzione a quella nei paesi in via di sviluppo: l’espansione del settore privato interessato alla vendita di fattori di produzione; la crescente importanza delle preoccupazioni ambientali che spinge verso sistemi di produzione agricola più sostenibile; la crescente attenzione alla partecipazione negli approcci di ricerca e sviluppo – sia per rendere la ricerca più sensibile alla domanda che per rafforzare il ruolo dei piccoli agricoltori.
L’analisi sulla ricerca agricola ruota su diversi casi di studio: l’agricoltura conservativa, la “terra preta” di origine antropica, l’ingegnerizzazione delle colture, l’irrigazione, l’agricoltura intensiva, il sistema di intensificazione del riso (SRI), la ricerca partecipativa.
Gli autori analizzano anche i contesti economici, sociali e politici in cui si muove la ricerca, dimostrando che spesso il processo di ricerca e persino la promozione di alcune tecnologie sono disancorati da evidenze tecniche e scientifiche che indichino una loro utilità per i piccoli agricoltori.
Non ci sono neanche sconti sugli approcci che riteniamo più utili, a partire da quelli sulla partecipazione, ma è necessario di tanto in tanto vedere il nostro lavoro in una luce meno rosea di quanto ci piacerebbe credere, sfidandoci a riflettere su ciò che stiamo facendo.