Un’indagine Firab sugli eventi meteo estremi e sulle misure di contrasto/adattamento tra le aziende di agricoltura biologica e biodinamica in Italia.
Gli eventi meteorologici estremi – ondate di caldo torrido, gelate tardive, piogge torrenziali, mareggiate, siccità, eccetera – sono fenomeni che accadevano anche prima della scoperta che il riscaldamento globale esiste ed è provocato dalle attività umane, almeno a partire dalla rivoluzione industriale. La crisi del clima, però, sta moltiplicando il numero di questi eventi, li rende più intensi e diffusi. Una tendenza che rischia di aggravarsi sempre di più, se non si interviene per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.
Secondo un rapporto di Legambiente, nel 2023 in Italia si sono registrati ben 378 eventi meteorologici estremi, oltre un quinto in più rispetto al 2022. In aumento, soprattutto alluvioni, frane, mareggiate, grandinate e temperature eccezionali.
Questi eventi hanno un impatto importante e potenzialmente devastante sull’agricoltura e sull’allevamento. Per questa ragione, abbiamo deciso di lanciare un’indagine conoscitiva tra le aziende biologiche e biodinamiche, attraverso un questionario (LINK) e una serie di interviste dirette ad agricoltori ed allevatori bio. Lo scopo è quello non soltanto di tracciare una mappa della situazione nelle diverse regioni e aree per valutare l’impatto dei fenomeni meteo estremi in questo specifico comparto (anche rispetto all’agricoltura convenzionale), ma anche di capire quali misure di contrasto e di adattamento adottate possono rappresentare un modello di intervento. E di verificare qual è l’orientamento delle aziende rispetto al modello del carbon farming.