Il 21 e 22 scorsi il Mipaaf ha promosso consultazioni sul fabbisogno di innovazione del settore agricolo, aprendo tre diversi tavoli con esponenti del mondo produttivo, scientifico e istituzionale. AIAB ha partecipato all’incontro dedicato alle rappresentanze sindacali ed economiche.
L’incontro è stato impostato sul solco del documento preparato a valle di singoli workshop settoriali. Dopo una breve carrellata di carattere generale, cui hanno contribuito poche – una tra le quali la nostra – tra le circa 20 voci presenti, è seguita una discussione per singolo comparto, dove hanno invece trovato spazio interventi a maggiore carattere lobbistico.
L’intervento di AIAB ha ruotato sia su un’analisi generale del processo avviato dal Mipaaf (in collaborazione con l’INEA) che sull’esito auspicabile del processo di identificazione dei fabbisogni, oltre che su alcuni punti di merito nel quadro degli interventi settoriali a vantaggio del biologico.
Rispetto alla visione d’insieme, AIAB ha sottolineato l’esigenza di approcciare all’innovazione … con innovazione, ossia non ragionando verticalmente per filiere, ma abbracciando le molteplici sfaccettature dell’innovazione (non circoscritte solo sulla classica triarchia di innovazione di prodotto, processo e gestionale) e includendo elementi di partecipazione, condivisione e accettazione pubblica della cosiddetta innovazione (chiaro il riferimento esemplificativo agli OGM). Di conseguenza, abbiamo affermato che non si può limitare l’approccio del percorso e del documento al mero fabbisogno di innovazione del mondo produttivo, ma che è necessario traguardare le esigenze della collettività, come anche indicato dai documenti della Commissione Europea e dai vari rapporti del Comitato Permanente per la Ricerca Agricola europeo, che rappresentano i punti di riferimento per il dibattito in questione. Sotto questi aspetti, utile sottolinearlo, il bio ha una marcia in più.
Ne consegue che la riflessione impostata su singole filiere penalizza il riconoscimento del ruolo multifunzionale dell’agricoltura e la natura di soggetto pluriattivo dell’agricoltore. Analogamente, vi è l’esigenza di riconnettere a livello aziendale o territoriale agricoltura e allevamento, o agricoltura e foreste, approccio penalizzato dallo sguardo monosettoriale. Di qui anche l’esigenza di non trattare il bio nella sua riserva indiana, ma di riconoscergli uno spazio specifico nella trattazione dei singoli comparti produttivi.
AIAB ha infine evidenziato alcune priorità già presenti nel capitolo su biologico. Per titoli: l’agroecologia come fondamento, un piano proteine adeguato, la cruciale relazione tra biologico-biodiversità (da cui discende l’esigenza di ‘innovazione legislativa’), il lavoro su struttura e dinamiche nell’ambito delle filiere di conoscenza e la necessità di scambi orizzontali d’innovazione.