Acqua, biodiversità, clima

I beni comuni per il biologico e il biologico di domani al servizio del bene comune. Il sistema agricolo e alimentare, e quelli bio in particolare, non più visti in sé, ma considerati in relazione e connessione con la produzione di derrate ed energia, con la gestione dell’acqua e dei rifiuti, nella diversità dei contesti. Questa la base di discussione dei seminari paralleli della giornata del 2 dicembre che FIRAB organizza nel quadro del congresso AIAB, provando ad abbozzare un’agenda di intervento.

Acqua

In un momento in cui il cambiamento climatico altera in maniera significativa il ciclo dell’acqua nei paesi mediterranei, si richiedono una serie di cambiamenti nell’approccio e nell’uso, nell’accesso e nel controllo della risorsa idrica. In primis, la politica agricola europea deve mutare profondamente rispetto al modello produttivista che va riformato anche per adeguarsi alle esigenze e alle disponibilità idriche dell’agricoltura dei nostri territori. Lo status quo non può però costituire un alibi per il bio che è chiamato a lavorare sulle scelte tecniche in azienda e lungo la filiera per ridurre consumi e sprechi e per garantire un’elevata qualità della risorsa naturale: scelte colturali e di rotazioni, di impianti irrigui, ma anche di varietà capaci di minimizzare le esigenze di acqua. Facciamo acqua: per tutti, ma non per tutto e a ogni costo.

Biodiversità

Diversità biologica vegetale, animale dei microrganismi. Sopra e sotto il terreno. Di interesse agrario, naturale, funzionale. Il bio tende a massimizzare i benefici derivanti dalla massima diversificazione naturale dell’agroecosistema e a esercitare un ruolo di tutela delle risorse genetiche. La diversità colturale e varietale spesso caratterizzano le aziende biologiche, ma vi sono anche realtà produttive caratterizzate da alta specializzazione destinata a sistemi distributivi omologanti. Varietà meno esigenti in acqua e più rustiche, più flessibili rispetto a mutamenti e bizzarrie del clima stanno assumendo una dimensione prioritaria. La diversità nel sistema agricolo deve poi essere specularmente esaltata a livello alimentare nel quadro di una dieta diversificata e nutrizionalmente valida. Biodiversità e diversità del bio.

Clima

Il cambiamento delle pratiche agricole volto a minimizzare il ricorso a fonti fossili nell’attività produttiva e di filiera, accompagnato da una correzione dei sistemi produttivi al fine di mitigare il clima e di adattare i sistemi colturali, definisce un percorso di sviluppo per il settore biologico, quale capofila e ispiratore di un cambiamento più generale.
L’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) informa che nel 2010 si è raggiunto un nuovo record di concentrazione di gas serra in atmosfera. Negli ultimi 20 anni si è avuto un incremento di effetto riscaldante del 29%, con la CO2 che ha contribuito per l’80% a questo aumento. Dalla rivoluzione industriale la concentrazione atmosferica di CO2 è salita del 39% (fino a 389 ppm) a causa di combustione di fonti fossili, deforestazione e cambio d’uso del suolo. Il metano contribuisce per il 18% all’effetto serra e il suo aumento dal 1750 è stato del 158%, molto del quale imputabile all’allevamento zootecnico e alla coltivazione di riso. L’ossido di azoto ha un ruolo minore (6%), ma è divenuto il terzo gas a effetto serra anche grazie alla produzione e uso di fertilizzanti. Si cambi il clima nel sistema agroalimentare.

A Milano il 2 dicembre 2011, un rappresentante dell’OMM metterà in relazione scenari di cambiamento climatico e uso agricolo dell’acqua. Lo accompagneranno nella giornata di lavoro, diversi altri esperti italiani e internazionali del mondo accademico, delle istituzioni internazionali, della società civile. Tutti chiamati a contribuire a quella road map che ci faccia uscire da un sistema lineare di filiera per orientare il sistema agroalimentare dentro un’ottica ciclica ispirata ai cicli naturali di produzione, consumo e riciclo.

Riscoprire la centralità dell’agricoltura nella tutela dei territori, la centralità del diritto al cibo e all’acqua nelle politiche sociali, la centralità del bene comune e dei beni comuni nelle scelte economiche, la centralità degli equilibri ecologici e climatici nelle priorità di sviluppo, può offrire una soluzione positiva alle molteplici crisi di questi tempi.

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