57,8 milioni di ettari di terreni agricoli biologici ed un giro d’affari mondiale di oltre 80 miliardi di euro. L’Italia si consolida al secondo posto come Paese esportatore
Il trend positivo che ha caratterizzato il bio negli ultimi anni non solo continua, ma si consolida: sempre più consumatori scelgono di comprare prodotti biologici, sempre più agricoltori coltivano secondo il metodo bio, sempre più terra è certificata biologica e ben 178 Paesi investono in agricoltura biologica; questi alcuni dati contenuti nello studio “The World of Organic Agriculture”, pubblicato da FiBL e IFOAM e presentato al Biofach 2018.
Con questi numeri, il biologico esce definitivamente dalla nicchia: in poderosa crescita e prospettive più che positive grazie anche al clima di fiducia tra operatori che tende ad un ottimismo più che stabile. Un settore legato a doppio filo con la ricerca e l’innovazione. Dal mondo bio può venire un contributo importante alla nostra economia, anche in termini di occupazione, equità e soprattutto sostenibilità. Nel 2016 il mercato globale ha sfiorato i 90 miliardi di dollari (oltre 80 miliardi di euro) secondo le stime della società di consulenza aziendale londinese Ecovia Intelligence.
Leader del mercato sono gli Stati Uniti, con 38,9 miliardi di euro, seguiti dalla Germania (9,5 miliardi di euro), dalla Francia (6,7 miliardi di euro) e dalla Cina (5,9 miliardi di euro). Nel 2016, la maggior parte dei principali mercati ha continuato a mostrare tassi di crescita a due cifre ed il mercato biologico francese è cresciuto del 22%. La Svizzera resta il Paese con la più alta spesa pro capite (274 euro) e la Danimarca ha registrato la più alta quota di mercato (il 9,7% del mercato alimentare totale).
Un mercato che può contare su 57,8 milioni di ettari di terreni agricoli biologici, di cui 13,5 milioni di ettari in Europa, coltivati da poco meno di tre milioni di produttori in tutto il mondo. Nel 2016 sono stati censiti 2,7 milioni di produttori biologici nel mondo.
Secondo i dati FiBL/Ifoam, è l’India che continua ad essere il Paese con il maggior numero di produttori (835.200), seguito dall’Uganda (210.352) e dal Messico (210.000). Alla fine del 2016 sono stati coltivati in bio 57,8 milioni di ettari, con una crescita del 15%, pari a più di 7,5 milioni di ettari rispetto al 2015, la più grande crescita mai registrata. L’Australia è il Paese che presenta la più grande superficie agricola biologica (27,2 milioni di ettari), seguita dall’Argentina (3 milioni di ettari) e dalla Cina (2,3 milioni di ettari). In termini di continenti, primeggia l’Oceania (con 27,3 milioni di ettari), seguita dall’Europa, che rappresenta il 23% della SAU bio mondiale (13,5 milioni di ettari) e dall’America Latina (12%; 7,1 milioni di ettari). Il 10% e oltre della superficie agricola complessivamente utilizzata in 15 Paesi è biologica, un nuovo record. Ma se si guardano i dati dalla prospettiva del valore relativo, emergono chiaramente quali siano i Paesi che hanno abbracciato in maniera più pervasiva le tecniche di agricoltura biologiche. In Europa è il Liechtenstein ad avere la maggior superficie agricola coltivata a biologico rispetto ai suoi terreni (37,7%), e allargando lo sguardo oltreoceano, la Polinesia francese (31,3%) e Samoa (22,4%) presentano le incidenze più elevate.
E l’Italia non è da meno: nel Bel Paese il biologico cresce a doppia cifra e da tempo non è più di nicchia, se si considera che 8 italiani su 10 consumano bio.
Il 14,5% della superficie agricola complessivamente utilizzata in Italia è biologico e, in alcune regioni come la Calabria, tocca addirittura il 38%, uno dei valori più alti registrati.
Il mercato bio Made in Italy cresce a 3 cifre dal 2008: +121% in Italia e +408% all’export
L’Italia continua a primeggiare in Europa, con un giro di affari che sfiora i 5 miliardi di euro nel 2016, che riguarda il valore complessivo delle vendite su tutti i canali dei prodotti bio, 3 miliardi di euro sul mercato interno e 2 miliardi su quello estero, secondo le stime di Firab, la Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica.
L’Italia nasce nel bio come Paese esportatore e, ancora oggi, mantiene una posizione leader: su una produzione di 4,93 miliardi (+15%) l’export è balzato del 16% a 1,91 miliardi (+16%, dati Nomisma). Una classifica mondiale che vede l’Italia al secondo posto tra i paesi esportatori di prodotti bio, alle spalle degli Stati Uniti (primi con oltre 2,4 miliardi di euro), davanti all’Olanda (con 928 milioni), Vietnam (817) e Spagna (778).
Inoltre, nei primi dieci mesi del 2017, secondo Nielsen, si confermano i trend molto positivi dei prodotti biologici soprattutto nei canali della distribuzione moderna, che detengono le maggiori quote di mercato; peraltro, quella del biologico è diventata una presenza importante nel carrello degli Italiani, arrivando a pesare il 3,4% delle vendite totali dell’alimentare
Semmai ci fosse ancora qualche dubbio – dice il presidente Vincenzo Vizioli – questi dati lo dissolvono definitivamente. Sono i consumatori che sono stati capaci di determinare lo sviluppo del biologico andando dove la politica non vuole saperne di andare, in Italia come nel Mondo. Qualcuno continua ancora a pensarli come l’ultimo anello della catena ma non si accorge che sono parte integrante del sistema come peraltro ha intuito Aiab da sempre associandoli a produttori e tecnici come parte di un intero progetto e di una visione nuova sulla produzione agroalimentare.
alba.pietromarchi@firab.it