Clonazione di conflitti

E’ notizia di questi giorni il mancato accordo tra Consiglio e Parlamento europei intorno al tema della clonazione degli animali zootecnici da includere nella revisione della Direttiva sui novel foods. Una breve cronistoria può spiegare le ragioni di questo conflitto.

La nascita nel 1997 della pecora Dolly, il primo mammifero a essere clonato da una cellula adulta, morta giovane di vecchiaia, ha fatto da apripista alla clonazione in ambito animale. Dall’annuncio della sua nascita da parte di Ian Wilmut, il suo creatore, sono passati soli 10 anni quando la statunitense Food and Drug Administration (FDA) sanciva che i prodotti derivanti da animali clonati non presentano rischi per la salute dei consumatori e possono essere immessi sul mercato, negandone un’apposita etichettatura.

L’autorizzazione statunitense rimbalza sull’Europa e l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) viene chiamata a esprimersi relativamente all’innocuità di tali alimenti. Nell’estate 2008, l’EFSA esprime un suo parere sostanzialmente assolutorio, basato su una esigua documentazione scientifica, come lei stessa sottolinea: non vi sono differenze tra alimenti prodotti da progenie di animali clonati e alimenti derivati da animali riprodotti in maniera convenzionale. Secondo l’EFSA il patrimonio genetico sarebbe lo stesso, non ci sarebbero indicazioni di tossicità, allergenicità e genotossicità, e i problemi riguarderebbero per lo più il processo riproduttivo e la salute del progenitore clonato, anche se, benché la tecnica utilizzata abbia prodotto animali sani, un numero significativo di animali clonati si è ammalato, prima o dopo la nascita, o è sopravvissuto per soli brevi periodi.

Gli studi su tali alimenti sono stati dunque compiuti su campioni di piccole dimensioni, mentre ricerche sugli effetti di lungo termine non sono ancora state effettuate e la stessa EFSA suggerisce che la sperimentazione continui prima che la carne clonata possa essere destinata al consumo, nell’incertezza sulle implicazioni in termini di salute pubblica, benessere animale e impatto ambientale sui quali i dati sono ritenuti ancora insufficienti.

Sempre a inizio 2008, lo European Group on Ethics in Science and New Technologies (EGE) si è espresso in senso negativo sulle implicazioni etiche e sociali di tale biotecnologia.

A distanza di un anno, nel giugno 2009, il Consiglio dell’Unione Europea approva la proposta di legge, presentata dalla Commissione, che permetterà di includere carne e latte derivanti da animali clonati tra i prodotti in vendita nei supermercati dei paesi europei. L’accordo politico raggiunto dai ministri dell’agricoltura prevede una revisione delle norme attuali per l’autorizzazione dei ‘novel food’ e la possibilità di commercializzare in Europa alimenti ottenuti dalla prole di animali clonati. Secondo la nuova normativa ‘novel food’, le richieste di autorizzazione dei nuovi alimenti dovranno essere indirizzate direttamente alla Commissione che le inoltrerà all’EFSA per la valutazione del rischio. Si restringono i tempi e si semplifica l’iter in direzione di una procedura centralizzata, così che a pesare sulla decisione finale della Commissione è il parere degli esperti dell’EFSA e non il confronto tra i decisori politici e portatori di interessi.

Più recentemente, a ottobre 2010 la Commissione Europea avanza l’idea di una moratoria quinquennale per la vendita di carne e latte di animali ottenuti con la tecnica della clonazione che resterebbe permessa solo a scopo di ricerca e per la produzione di farmaci, oppure per salvare alcune razze particolari o a rischio di estinzione, mentre il rapporto Eurobarometro del novembre 2010 parla di “forti riserve” dei cittadini europei verso questa tecnologia (con una maggioranza di due terzi di oppositori alla sua introduzione nella catena alimentare).

Il conflitto di questi giorni tra Consiglio e Parlamento europei ha dunque questa storia, una storia dove fragili certezze scientifiche si trovano a fronteggiare un’ampia riluttanza etica, ambientale ed economica su natura, identità e logiche del sistema agroalimentare.

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