Negli ultimi anni, il consumo di prodotti alimentari biologici è cresciuto in misura esponenziale, diventando oggetto di interesse obbligatorio per la Grande Distribuzione Organizzata e per i grandi marchi, che hanno creato linee specifiche di prodotti biologici o hanno convertito integralmente la loro produzione.
Per il mondo del bio, si tratta di un notevole successo, anche in termini di comunicazione e marketing. Ne abbiamo parlato con Vincenzo Vizioli, presidente nazionale emerito dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica (AIAB), del cui direttivo è tuttora membro, e attualmente presidente della Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica (FIRAB).
“Le tesserine per la fidelizzazione dei consumatori servono alle grandi catene per conoscere le abitudini, le tendenze e le dinamiche degli acquisti e per adeguare conseguentemente la loro offerta: è stato soprattutto in questo modo che è stata individuato una crescente domanda di prodotti biologici, che altrimenti i consumatori andavano a comprare nei negozi specializzati.
A questo si è aggiunta una indagine UE su cosa volevano i cittadini per la PAC (Politica Agricola Comunitaria) che ha stupito tutti per chiarezza dei risultati: e per la prima volta l’Italia è risultata nelle prime posizioni per l’importanza data a questo tipo ti agricoltura, dopo la Germania (imbattibile) e quasi a pari merito con la Francia. L’anno chiave è stato il 2018, quando il biologico ha fatto registrare una crescita a due cifre: la mia associazione lo considera con orgoglio il risultato di oltre trent’anni di lavoro di sensibilizzazione e comunicazione, ma siamo consapevoli che il cammino da percorrere è ancora lungo”.
Come comunicare il biologico?
“Personalmente, ritengo che la comunicazione dei prodotti biologici sia in generale troppo leziosa e ormai troppo simile a tutto ciò che la parola sostenibile ha sdoganato. Penso che, invece di proporre al consumatore una voce suadente o mostrargli le immagini di famiglia felice, sarebbe meglio trasmettere un messaggio chiaro e consapevole sul fatto che i prodotti biologici sono sani e buoni non solo per chi li mangia, ma anche per l’ambiente in cui sono realizzati e per la salute di chi li coltiva”.
Giorgio Vizioli