Gli anfibi, una classe di animali in declino globale, sono generalmente presenti nelle aree agricole. Gli effetti dei pesticidi sulle fasi terrestri di vita degli anfibi (rane, rospi e tritoni in fase giovanile e adulta), sono poco studiati e una specifica valutazione del rischio generato dall’esposizione a pesticidi, analisi obbligatoria per gli altri gruppi di vertebrati, non è attualmente condotta.
Uno studio appena pubblicato da ricercatori svizzeri e tedeschi su Nature, nell’ambito dei suoi Scientific Reports, analizza gli effetti di sette pesticidi (4 fungicidi, 2 erbicidi e un insetticida) sugli stadi giovanili della rana comune europea (Rana temporaria) applicati in condizioni di pratiche agricole spinte. Applicando i prodotti ai tassi indicati in etichetta di prodotti registrati e comunemente ammessi all’uso, la ricerca ha evidenziato una mortalità che varia dal 100% dopo un’ora al 40% dopo sette giorni.
Se ne evince come il livello di tossicità sia allarmante e come sembra probabile che l’esposizione agli antiparassitari in popolazioni di anfibi terrestri determini un effetto negativo di vasta scala. I ricercatori aggiungono che l’esposizione ai pesticidi che aggredisce la fase terrestre della vita degli anfibi potrebbe essere sottovalutato come un fattore del loro declino, richiedendo maggiore attenzione agli sforzi di conservazione e alle procedure di valutazione del rischio che attualmente non proteggono questo gruppo animale a forte rischio.
Dopo le crescenti evidenze scientifiche e i timidi atti comunitari che cominciano a porsi il problema della protezione dei pronubi rispetto ai neonicotinoidi, questo studio allarga il campo di interesse e di potenziale azione di chi opera nel campo della ricerca, del risk assessment e della decisione politica in campo agricolo e ambientale.