DIVINFOOD

DIVINFOOD investe le dinamiche di consumo, trasformazione, coltivazione e selezione genetica di colture neglette e sottoutilizzate (NUCs, l’acronimo in inglese), coinvolgendo ricercatori e attori del sistema alimentare di 7 Paesi (Danimarca, Francia, Ungheria, Italia, Portogallo, Svezia, Svizzera). Il progetto nasce dalla crescente domanda dei consumatori di alimenti locali/regionali, minimamente lavorati, di alta qualità e a base vegetale. Traguarda quel crescente numero di persone che tende ad assumere regimi alimentari che, per usare espressioni un po’ modaiole, vengono definiti come flexitariani o locavori, ma anche consumatori attenti agli aspetti nutrizionali o salutistici, come chi soffre di sensibilità al glutine.

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L’originalità di DIVINFOOD rispetto ad altri progetti dell’UE è il suo approccio innovativo nell’affrontare le sfide specifiche della valorizzazione della biodiversità: partiamo dal sistema di consumo e dall’anello finale della catena del valore, che consideriamo un motore per analizzare, valutare, sperimentare e strutturare l’uso più ampio delle colture neglette, con particolare riferimento a cereali minori e a legumi da granella. Questo approccio orientato al consumo rappresenta un cambiamento di paradigma nelle catene del valore degli alimenti trasformati, in contrasto con l’approccio decostruzionista che consiste nello spezzettare le materie prime in nutrienti e ingredienti per poi ricostruire alimenti diversi a partire da ingredienti diversi. Secondo l’approccio di DIVINFOOD, questo “approccio tecnologico inverso”, in cui la diversità alimentare deriva dalla diversità agricola, ha maggiori probabilità di arrestare la perdita di biodiversità.

Il progetto propone pertanto un approccio sistemico, interdisciplinare e partecipativo, basato su un buon equilibrio tra conoscenze scientifiche (biologiche, ecologiche, tecnologiche e sociali) e pratiche, basandosi sulla sociologia economica, sull’economia politica e su studi scientifici e tecnologici per apprendere come valorizzare la biodiversità coltivata.

DIVINFOOD co-produrrà nuove conoscenze, strumenti e tecnologie adattate a ciascun attore della catena del valore per un uso migliore e più ampio delle NUCs. Inoltre, consoliderà e diversificherà le filiere corte e medie con una maggiore interattività e trasparenza sull’uso della biodiversità e dei suoi benefici/servizi al fine di rimodellare gli ambienti alimentari a favore del consumo di colture neglette.

Il progetto strutturerà a tal fine reti territoriali multi-attoriali incaricate di organizzare la gestione dei germoplasmi, la moltiplicazione delle sementi e la promozione dell’agrobiodiversità – nelle catene del valore e nella società – avvalendosi di 9 Living Labs (LLs) che si trovano in diversi stadi di maturazione: alcuni sono già avanzati, mentre altri sono stati creati nell’ambito del progetto, come quello italiano e svizzero sul lupino bianco che FIRAB è chiamata a coordinare. I LL sono ecosistemi di innovazione aperti e incentrati sull’utilizzatore dell’innovazione e basati su un approccio sistemico di co-creazione da parte degli attori coinvolti, che integrano i processi di ricerca e innovazione in comunità e contesti reali. Essi consentono agli agricoltori e alle parti interessate del settore agroalimentare, compresi i consumatori, di collaborare con i ricercatori per identificare le domande, testare le possibili risposte e sviluppare soluzioni che possono essere rapidamente prototipate o convalidate al fine di scalare l’innovazione e le imprese.

I 9 Living Lab di DIVINFOOD saranno costituiti come cluster regionali di attori del sistema alimentare, allargati alle autorità locali, e serviranno come spazio centrale di co-innovazione per il progetto.

DIVINFOOD studierà dunque legumi e cereali minori in tre regioni geografiche (scandinavo, continentale e mediterraneo) che affrontano diversi rischi climatici per l’agricoltura europea e diverse sfide socio-economiche per lo sviluppo di catene di valore ricche di agrobiodiversità.

Per raggiungere questo obiettivo generale, sulla base di casi di studio, esperimenti e workshop in 9 Living Labs (LLs) in tutta Europa, DIVINFOOD si propone di:

i) sviluppare insieme ai consumatori nuove modalità e canali di commercializzazione interattivi e trasparenti per consolidare, incrementare e diversificare le filiere corte e medie che valorizzano l’uso della biodiversità e i suoi servizi/benefici (WP1).

ii) Co-produrre prodotti e ricette nuovi/rinnovati e diversificati a base vegetale, sani e appetitosi, a partire dalle NUCs, attraverso un “approccio tecnologico inverso” che ricolleghi la diversità alimentare alla biodiversità delle materie prime, grazie alla collaborazione tra scienziati, agricoltori, trasformatori, servizi di catering, chef, cuochi professionisti, studenti e consumatori (WP2).

iii) Valutare sistemi agricoli agroecologici diversi (agricoltura biologica, agroforestale, coltura intercalare) e tecniche adattate che migliorino le prestazioni dei NUCs, procurino ingredienti sani e ben identificabili, biodiversità interspecifica e servizi agro-socio-ecosistemici (WP3).

iv) Selezionare varietà performanti di legumi e cereali ben adattate a sistemi agricoli agroecologici e a stress biotici e abiotici, in grado di fornire cibo nutriente e appetibile e di fornire servizi ecosistemici attraverso l’aumento della biodiversità intraspecifica e interspecifica. Verrà utilizzata una serie di strategie di selezione che comprendono la valutazione multi-attore in azienda, lo sfruttamento di ecotipi autoctoni, la selezione incrociata, le popolazioni evolutive e l’uso di strumenti molecolari, con un esercizio di valutazione strategica (WP4).

v) Promuovere nuovi modelli di business che diversifichino il reddito e le attività degli agricoltori e dei piccoli trasformatori che utilizzano l’agrobiodiversità sottoutilizzata, mostrandone i benefici per la società (WP5).

vi) Elaborare raccomandazioni politiche per fornire condizioni favorevoli a una più ampia scalabilità dell’adozione e dell’uso delle NUCs (WP5).

vii) Diffondere i risultati alle parti interessate della catena del valore e impegnarsi in ulteriori co-innovazioni. Trasformare i risultati in guide per gli utenti e in strumenti di formazione e comunicazione per ottimizzarne lo sfruttamento (WP6).

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