Il 19 dicembre all’Auditorium Giuseppe Avolio, a Roma, si terrà il Convegno: UN NUOVO PIANO SEMENTIERO PER L’AGRICOLTURA BIOLOGICA, voluto da AIAB e Anabio-Cia, in collaborazione con RSR e FIRAB.
Aiab e Anabio sostengono il miglioramento genetico partecipativo, con la collaborazione di agricoltori, tecnici e ricercatori, per selezionare varietà che rispondano alle esigenze degli operatori, adatte ai diversi contesti pedo-climatici e ai diversi sistemi colturali coinvolti.
In un quadro Europeo in cui le aziende agricole riproducono autonomamente meno dell’1% delle sementi per la coltivazione di ortaggi e solo il 50% per la semina dei cereali, appare evidente come la disponibilità sul mercato di sementi biologiche e biodinamiche di qualità sia fondamentale per un sano sviluppo del settore.
E’ per questo che Aiab e Anabio ricordano con forza che l’agricoltura biologica ha urgente bisogno di sementi e varietà alternative!
Con il convegno si vuole verificare la disponibilità da parte dei soggetti produttivi della filiera delle sementi biologiche a chiedere al Ministero delle politiche agricole la stesura di un nuovo Piano Nazionale per le sementi biologiche per offrire nel medio periodo, alle imprese agricole biologiche materiale riproduttivo in qualità e quantità adeguate.
Su questa domanda sono stati chiamati al confronto, sia esperti di primo livello per ragionare su soluzioni innovative, sia i rappresentanti della filiera produttiva biologica a per dichiarare i propri intendimenti. Anche Firab porterà un suo contributo con “Il progetto Cereali resilienti: l’innovazione di una rete sementiera diffusa.
SAVE THE DATE. Roma. 19 dicembre 2017 – ore 9.30. Auditorium Giuseppe Avolio. Via Mariano Fortuny, 16.
Il recente accordo sul nuovo regolamento europeo per il biologico, prevede l’eliminazione progressiva delle deroghe all’uso di materiale riproduttivo vegetale non biologico. La Commissione dovrebbe esaminare la situazione della disponibilità di tale materiale nell’Unione e sulla base della disponibilità di materiale conforme, raccolto dalla banca dati e dai sistemi istituiti dagli Stati membri, dovrebbe presentare, cinque anni dopo l’entrata in vigore del nuovo regolamento, una relazione a Parlamento e Consiglio sulla disponibilità e le ragioni di un eventuale utilizzo limitato di tale materiale da parte degli operatori biologici.
A fronte di una crescita di superfici e operatori superiore al 20%, si registra una forte contrazione nella disponibilità di sementi e di altri materiali di propagazione vegetativa per l’agricoltura
biologica che vanifica uno dei principali obiettivi del “Piano nazionale sulle sementi biologiche” emanato nel 2008 dal Mipaaf, affidato a Ense/Crea e concluso nell’autunno del 2014.
La moltiplicazione di sementi con metodo biologico è passata in Italia da 10.600 ettari nel 2009, a soli 7.500 ettari nel 2013, con una contrazione che gli ultimi dati disponibili attestano
al 30%. Solo nel 2016, le autorizzazioni concesse alle richieste di deroga, ai sensi del regolamento CE 889/2008 per l’utilizzo di sementi convenzionali in bio, sono risultate 59.852, a fronte di 63.810 richieste al CREA; cioè il 93,8% del totale. Di queste: il 34,3% per le ortive, il 23,6% per i cereali, il 17,3 per le foraggere, il 10,8% per le specie arboree a cui si aggiunge il 7,2% per la vite.
Il D.M. 24 febbraio 2017 ha istruito una Banca Dati delle Sementi bio (BDS), dando anche le disposizioni per l’uso di sementi e materiale di moltiplicazione vegetativa non ottenuti con il
metodo di produzione biologico. La BDS verrà resa disponibile sul Sistema informativo biologico (SIB) e conterrà l’elenco delle specie e varietà di sementi e/o di materiale di moltiplicazione vegetativa prodotti in biologico disponibili sul mercato nazionale e relativi fornitori. Definirà liste di equivalenza varietale, per determinate specie, al fine di garantire un impiego preferenziale di materiale biologico e ridurre il numero di deroghe rilasciate, senza determinare pregiudizio per l’operatore. Semplificherà la procedura necessaria al rilascio delle deroghe all’impiego materiale riproduttivo non ottenuti con il metodo di produzione biologico.
Tuttavia la condicio sine qua non per il corretto funzionamento della BDS è rappresentata dalla disponibilità delle sementi biologiche da parte dei fornitori di tale materiale, ove per fornitori si intendono:
• gli operatori biologici iscritti nell’elenco di cui all’art. 7 del decreto ministeriale 1° febbraio 2012 n. 2049, registrati come tali nella BDS;
• i venditori che trattano sementi e/o materiale di moltiplicazione vegetativa biologici preconfezionati, registrati come tali nella BDS, anche se non sono operatori biologici.
Ma il problema non è solo la disponibilità quantitativa di sementi e altro materiale di propagazione ma le caratteristiche di questi, con quali obbiettivi sono state selezionate e da che tipo di selezione e miglioramento genetico provengono.