La sfida climatica e l’agricoltura italiana: il contributo di FIRAB alla Commissione del Senato

L’agricoltura biologica è una risposta concreta al riscaldamento globale favorisce l’adattamento ai cambiamenti climatici, anche in Italia, consentendo un maggior stoccaggio di carbonio nei suoli. Servono diversificazione delle colture, reti di supporto per gli agricoltori, il ripensamento del sistema zootecnico, incentivare una gestione razionale dell’acqua. E anche scelte alimentari più consapevoli da parte dei cittadini.


Roma, 29 gennaio 2025 – La Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica (FIRAB) ha partecipato oggi all’audizione promossa dalla 9ª Commissione del Senato (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare), dedicata agli effetti del cambiamento climatico sull’agricoltura. FIRAB, rappresentata dalla sua Presidente Cristina Grandi e dal Segretario Luca Colombo oltre che affiancata da Barbara Giorgi – Presidente del Biodistretto dei Laghi di Bracciano e Martignano, con cui collabora al Tavolo di Lavoro sui Cambiamenti Climatici – ha sottolineato l’urgenza di affrontare la crisi climatica e il suo impatto sul settore agroalimentare, indicando strategie per l’adattamento e la mitigazione.

Un clima sempre più instabile
Il 2024 è stato l’anno più caldo mai riscontrato da quando esistono le registrazioni meteorologiche, con temperature globali superiori di 1,6°C rispetto ai livelli preindustriali. L’agricoltura è direttamente coinvolta nella crisi climatica in quanto la subisce, in quanto può mitigarla, ma anche per le sue responsabilità: a livello globale, il settore contribuisce al 23% delle emissioni di gas serra, mentre in Europa si attesta al 10%, per effetto del maggior peso relativo di industria e trasporti. L’Italia, in particolare, è tra i Paesi chiamati a ridurre le emissioni agricole rispetto alla baseline del 2005, affrontando anche le conseguenze dirette del cambiamento climatico sui suoi sistemi produttivi. 

Gli effetti sulla produzione agricola
Eventi meteorologici estremi come siccità prolungate, alluvioni e temperature anomale stanno mettendo a rischio la stabilità dell’agricoltura italiana. I danni diretti alle colture, l’incertezza nella gestione delle risorse e la perdita di produttività rappresentano una sfida enorme per i produttori. FIRAB evidenzia la necessità di accompagnare gli agricoltori verso pratiche più resilienti, favorendo la diversificazione delle colture, il potenziamento delle capacità tecniche e l’accesso a reti di supporto basate sulla condivisione delle conoscenze, con un forte investimento nel sistema informativo e formativo in agricoltura.

Agricoltura biologica: una soluzione concreta
FIRAB ha posto l’accento sull’importante ruolo dell’agricoltura biologica e degli approcci agroecologici. Secondo studi scientifici, le tecniche biologiche permettono un maggiore stoccaggio di carbonio nei suoli, con quantità significativamente superiori rispetto ai metodi convenzionali. Per esempio, se tutte le superfici agricole fossero convertite a metodi biologici, in Europa si potrebbe ridurre del 23% le emissioni del settore agricolo entro il 2030.

Il futuro della zootecnia
La Fondazione ha inoltre richiamato l’attenzione sul necessario ripensamento del sistema zootecnico, particolarmente impattante in termini di emissioni. I sistemi agroecologici, come il pascolo estensivo o le pratiche silvopastorali, possono offrire soluzioni sostenibili che riducono le emissioni, valorizzano le risorse locali e proteggono gli ecosistemi.

Conclusioni

FIRAB accoglie con favore l’approfondimento dell’indagine conoscitiva relativa al contributo che il settore agricolo può offrire. L’agricoltura biologica rappresenta un pilastro strategico nell’adattamento ai cambiamenti climatici, grazie all’adozione di pratiche in grado di sequestrare carbonio nel suolo e preservare la biodiversità, elementi essenziali per costruire un sistema alimentare resiliente.

La promozione di pratiche agroecologiche, quali il mantenimento di aree semi-naturali, la diversificazione delle produzioni e la gestione sostenibile delle risorse, favorisce un equilibrio tra adattamento climatico e tutela ambientale. FIRAB sottolinea l’importanza di incentivare una gestione razionale della risorsa idrica, incoraggiando tecniche di cattura, stoccaggio e utilizzo sostenibile dell’acqua, anche attraverso l’eco-ingegneria e il ricorso sicuro alle acque reflue.

È essenziale che l’agricoltura climatica operi in un quadro di valorizzazione della biodiversità e dei servizi ecosistemici, evitando approcci che possano minare tali obiettivi. FIRAB richiama inoltre il giusto riconoscimento e una remunerazione adeguata per i produttori che investono in pratiche virtuose e multidimensionali.

FIRAB ribadisce anche l’importanza di sensibilizzare i cittadini verso scelte alimentari più consapevoli, promuovendo la stagionalità, il giusto prezzo del cibo e una maggiore attenzione ai costi sociali e sanitari di un sistema alimentare disfunzionale.

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Segue una memoria, anticipata alla 9ª Commissione in tema di clima e agricoltura, che amplia e dettaglia quanto detto in audizione dalla Fondazione FIRAB.

Clicca qui per seguire gli interventi: audizione di rappresentanti della Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica (FIRAB)

Per maggiori informazioni: Luca Colombo, l.colombo@firab.it, +39 348 398 8618  

FIRAB Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e BiodinamicaVia Pio Molajoni, 76 00159 Roma Tel. +39 0694325200
Email firab@firab.it / Pec fondazionefirab@pec.it
www.firab.it

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