Il notiziario scientifico della Commissione Europea informa di uno studio, condotto nell’ambito del progetto IMPACT, che ha individuato alcune specie e ceppi di funghi capaci di contenere le infestazioni di punteruolo dei pini. L’enfasi della comunicazione è –giustamente- posta sul contenimento delle perdite economiche (circa € 140 milioni di euro all’anno) e sull’alternativa ai pesticidi chimici.
Il punteruolo del pino (Hylobius abietis L.) risulta vulnerabile a specie fungine quali il Metarhizium robertsii che risulta letale su larve e pupe, più sensibili degli insetti adulti in quanto le ife fungine possono penetrare più facilmente nei tessuti. Il suo ceppo V275 si dimostra anche efficace nell’infettare una vasta gamma di insetti e acari ed è stato selezionato sulla base della sua virulenza. I ricercatori hanno anche confrontato l’efficacia sul punteruolo di spore fungine umide e secche e le spore a secco di M. robertsii si sono rivelate più virulente, anche se possono rapidamente disattivarsi al calore o alla luce UV in condizioni di campo. Suggeriscono pertanto che l’applicazione di spore umide nei mesi di luglio e agosto, con maggiore suscettibilità di larve e pupe, potrebbe costituire il modo migliore per combattere le grandi infestazioni.
Insetticidi piretroidi sono solitamente utilizzati in caso di tali infestazioni e il ricorso ai funghi testati nello studio (che non presentano il minimo rischio per l’ambiente o le persone) garantiscono conformità ai principi promossi nella Direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi che promuove metodi non chimici di controllo dei parassiti. Lo sottolinea la stessa comunicazione della DG Ricerca della Commissione Europea, promuovendo aspetti non sufficientemente tenuti in considerazione nel corso del recepimento italiano della Direttiva.