Il progetto APIOB prevede diverse componenti di sperimentazione tecnica in chiave agroecologica, quali un ragionamento di ridefinizione degli avvicendamenti, la terminazione conservativa di colture di copertura e la selezione varietale di ortive.
L’obiettivo è di mettere a punto metodologie e tecniche colturali innovative utili al miglioramento della gestione della fertilità del terreno, all’adattamento varietale alle specifiche condizioni pedoclimatiche e colturali, alla gestione delle infestanti, all’ottimizzazione del consumo idrico e alla riduzione dei consumi di energia, in particolare quelle da fonti fossili e non rinnovabili.
La progettazione di sistemi colturali a forte connotazione agroecologica negli areali tipici dell’orticoltura biologica del Lazio si effettua in areali diversificati della regione dove viene pratica l’orticoltura biologica, nel dettaglio: la pianura costiera romana con suoli sabbiosi della duna quaternaria e l’area dei suoli vulcanici ad elevata fertilità della Tuscia.
In particolare l’attività consisterà principalmente in:
Scelta delle colture praticate e loro combinazione spazio-temporale (avvicendamento)
La definizione dell’avvicendamento avviene tenendo conto dell’adattabilità delle differenti specie orticole alle (i) condizione pedo-climatiche specifiche, (ii) caratteristiche di complementarietà delle differenti specie (es. famiglia botanica di appartenenza; profondità dell’apparato radicale, capacità rinettante del terreno, esigenze nutrizionali ed idriche, ecc), (iii) esigenze e orientamento di mercato (es. GDO, vendita diretta, altro) delle aziende agricole.
Introduzione di colture di copertura e modalità della loro gestione
Le colture di copertura sono introdotte negli avvicendamenti biologici al fine di fornire servizi all’agroecosistema quali l’aumento della biodiversità all’interno del campo e dell’azienda, il contributo al controllo delle infestanti, la fissazione nel suolo di carbonio (C), azoto (N) atmosferico (leguminose), il trattenimento di elementi nutritivi quali N e fosforo (P). Tuttavia, poiché non producono reddito e la loro coltivazione può generare dei costi di produzione addizionali, l’opportunità della loro introduzione e le modalità della loro gestione devono essere attentamente valutate, sia dal punto di vista tecnico che economico.
Le principali scelte, che rappresentano elementi della progettazione di un sistema agro-ecologico sono: (i) grado di presenza spazio-temporale nell’avvicendamento; (ii) tipo di specie e ciclo vegetativo (in genere autunno vernino o primaverile estivo); (iii) modalità di terminazione del ciclo vegetativo. Per ciò che riguarda questo ultimo aspetto, verranno considerate e valutate due soluzione alternative, ovvero il sovescio e l’allettamento mediante rullatura. La prima delle sue soluzioni, il sovescio rappresenta senza dubbio la modalità più diffusa con la quale, nei sistemi colturali bio, viene interrotto (terminato) il ciclo delle colture di copertura. Essa, unitamente ai suoi indiscussi vantaggi (ad esempio, ridotta interferenza con il ciclo della coltura successiva), presenta alcuni inconvenienti come la ridotta competizione verso le infestanti nel breve periodo, l’eccessiva perturbazione dei suoli, il forte consumo di energia necessario per la trinciatura e l’interramento della biomassa della coltura di copertura. Per questo motivo si sta sempre più diffondendo la più innovativa tecnica della terminazione mediante allettamento con appositi rulli sagomati (noti con il termine anglosassone di roller crimper), che determinano la morte e il rapido disseccamento della coltura di copertura, che – rimanendo al di sopra della superficie del terreno, determina la formazione di un mulch naturale che impedisce la nascita e lo sviluppo delle infestanti, la protezione del terreno e la riduzione dell’evaporazione del suolo, con un conseguente risparmio idrico. Proprio il collaudo di questa tecnica nei sistemi orticoli biologici laziali rappresenta un elemento di forte innovazione del presente progetto.
Identificazione delle varietà più idonee alla coltivazione in agricoltura biologica e in contesti colturali a connotazione agroecologica.
La scelta varietale rappresenta una parte fondamentale del modello agroecologico di agricoltura biologica poiché consente di migliorare la produzione in tutte le sue fasi, dall’adattamento al territorio e alle condizioni pedoclimatiche, all’accesso ad un mercato particolarmente esigenze e sensibile al valore etico e sociale delle produzioni alimentari come quello del biologico.
APIOB vuole pertanto rispondere all’esigenza di identificare quali varietà, tra quelle disponibili e di interesse per i produttori e i consumatori biologici siano le più adatte a produrre in agroecosistemi complessi, a connotazione agroecologica, e la coltura del pomodoro è stata identificata a tal fine.