Quando il diritto al cibo incrocia il ‘cibo spazzatura’

Tassare il junk food per promuovere diete salutiste?  Si colpirebbero i ceti meno abbienti, è la risposta frequente. Il Relatore Speciale dell’ONU per il Diritto al Cibo, è invece dell’opinione che un simile prelievo può ridurre acquisti di alimenti e bevande che hanno un chiaro impatto negativo sulla salute destinando le risorse generate a rendere più accessibili i cibi salutari. Analogo discorso per il sistema di sussidi, che nei fatti sostiene un apparato agroindustriale ancorato su commodities quali cereali e soia o sulla zootecnia industriale producendo esternalità negative sull’ambiente, ma anche sulla salute pubblica. E anche per il rafforzamento e l’implementazione del codice di condotta sull’allattamento al seno.

Temi quasi mai presi in considerazione e che invece vanno affrontati nel definire politiche agricole, fiscali e ambientali ispirate a una dieta adeguata e corretta, coscienti del fatto che l’autoregolazione delle industrie in seno alle proprie pratiche di ‘responsabilità sociale’, quando adottate, hanno dimostrato di non essere efficaci nell’affrontare i nodi di salute pubblica ed ecologici.

Sono alcune delle raccomandazioni dell’ultimo rapporto firmato da Olivier de Schutter e dedicato alla malnutrizione e a quella ‘epidemia non contagiosa’ che l’obesità rappresenta.  Le diete insalubri sono causa primaria di mortalità prematura e di malattie disabilitanti sia nel nord che nel sud del mondo. De Schutter richiama alcune cifre, di quelle che spaventano: se circa il 34% dell’infanzia nel Sud globale, 186 milioni di bambini in totale, sono sottopeso rispetto all’età, il più comune sintomo di sottonutrizione cronica, più di un miliardo di persone al mondo sono sovrappeso (con indice di massa corporea,BMI, >25) e almeno 300 milioni sono obese (BMI >30). Eccesso di peso e obesità causano nel mondo 2.8 milioni di morti.

Secondo il relatore Speciale è dunque importante che gli Stati fissino obiettivi vincolanti che perseguano un approccio combinato tra (a) protezione del diritto a diete adeguate e (b) realizzazione di una transizione verso diete più sostenibili.

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