Il caso Séralini e la scienza piegata e piagata dai conflitti di interessi
“Ammazza che zozzeria”, direbbe degli OGM Nando Mericoni, alias Alberto Sordi. Destinati prevalentemente a mangime per animali (ar gatto), li sperimentiamo sui ratti (sur sorcio) e li usiamo per il killeraggio dei ricercatori indipendenti (e cimici).
Lo studio della durata di 2 anni del team di ricerca guidato dal prof. francese Eric-Gilles Séralini sull’alimentazione dei topi con mais transgenico NK603 ha scatenato nell’ultimo anno un’intensa polemica, nonché risposte politiche da parte della Commissione Europea e interventi dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
In proposito, dopo lungo dibattito scientifico e pubblico, si registra un ultimo clamoroso atto: la decisione dell’editore della rivista Food and Chemical Toxicology (FCT), Wallace Hayes, di ritirare lo studio del team Séralini, pubblicato ormai da più di un anno. Lo studio aveva passato la canonica valutazione tra pari (peer review) in vigore nella letteratura scientifica e indicava che topi alimentati con il mais Monsanto NK603 e piccole quantità dell’erbicida Roundup che tollera in fase di coltivazione, riportavano gravi effetti tossici, compresi danni ai reni e al fegato e aumento dei tassi di tumori e mortalità.
La ritrattazione da parte della rivista dell’articolo del Prof Séralini ha carattere illecito, non scientifico e immorale, violando tra l’altro le linee guida per il ritiro di pubblicazioni scientifiche stabilite dal Comitato per l’etica di pubblicazione, cui FCT si ascrive, dove si stabilisce che gli unici motivi per ritirare un paper sono la prova evidente dell’inaffidabilità dei risultati a causa di cattiva condotta (ad esempio, la fabbricazione di dati) o di errore involontario, il plagio o la pubblicazione ridondante, il carattere non etico della ricerca.
L’articolo del Prof Séralini non risponde a nessuno di questi presupposti, come d’altronde ammesso da Hayes che, nella lettera in cui lo informa della sua decisione, ammette che l’esame dei dati grezzi dello studio ha mostrato l’inesistenza di “alcuna prova di frode o travisamento intenzionale di dati” o di “incorrettezza”. Hayes afferma che il ritiro della pubblicazione si basa esclusivamente sulla natura “inconcludente” dei risultati sui tumori e la mortalità, dato il numero relativamente basso di ratti utilizzati e la scelta del ceppo di ratti usati nella sperimentazione, di cui è nota l’”alta incidenza di tumori”.
Se il tema in discussione è la robustezza dell’indagine scientifica diverse osservazioni vanno fatte.
In primis che la letteratura scientifica si costruisce aggiungendo informazioni parziali ed esprimendo esigenze di maggiore approfondimento, senza giungere, nella maggior parte delle pubblicazioni scientifiche, a conclusioni definitive, essendo l’inconcludenza nella natura stessa dell’avanzamento delle conoscenze scientifiche. Numerosi lavori scientifici pubblicati contengono risultati ‘inconcludenti’, spesso insieme a dati che possono essere presentati con maggiore certezza. Sta infatti all’insieme della comunità scientifica il percorso di perfezionamento sui risultati e sulla comprensione di eventuali incertezze. Dalla fine degli anni ’90 si discute di ‘scienza postnormale’, assurta al rango di disciplina e fondamento epistemologico: il concetto è stato introdotto affiancandolo alla ‘scienza normale’ suggerendo di ricorrervi quando “i fatti sono incerti, i valori in discussione, gli interessi elevati e le decisioni urgenti”, citando gli autori che l’hanno introdotta nel linguaggio scientifico. La vicenda OGM e la qualità, indipendenza, oggettività della ricerca che la circonda rientra perfettamente nella fattispecie.
Lo studio del team Séralini rappresenta inoltre un lavoro sulla tossicità cronica e non specificamente sulla cancerogenicità, che normalmente richiede un maggior numero di ratti: prudenzialmente il lavoro non ha fatto un’analisi statistica dei tumori e dei risultati di mortalità che ha semplicemente riportato, senza trarre conclusioni definitive, conformemente con il protocollo di tossicità cronica stabilito dall’OCSE , che richiede che siano registrate tutte le “lesioni” osservate (compresi i tumori).
In studi di sicurezza alimentare è necessario un gran numero di animali laddove sia necessario evitare errori da falsi negativi in cui l’effetto tossico non si manifesta a causa del basso numero di osservazioni. Nel caso dello studio di Séralini, questo non rappresenta un problema in quanto gli effetti tossici delle sostanze in esame erano assai pronunciati (si era in presenza di un “large effect size”).
Per quanto riguarda il ceppo Sprague – Dawley di ratto utilizzato, va sottolineato che tutti i ceppi di roditori sviluppano tumori spontanei con l’età, come accade negli esseri umani. Il fatto che ci sia un basso livello di insorgenza tumorale spontanea nel gruppo di controllo nello studio di Séralini imita pertanto la condizione umana. Per questa ed altre ragioni, in numerosi studi tossicologici si usa questo ceppo di ratto.
Hayes non affronta questi aspetti e argomenti che corroborano la validità dello studio, sollevando dubbi circa la competenza, l’equilibrio e l’obiettività del comitato di revisione, a maggior ragione considerando che i revisori dello studio (i referee che hanno condotto la peer review prima della pubblicazione del lavoro) avevano già precedentemente affrontato questi aspetti dello studio di Séralini e tuttavia deciso che il lavoro godeva dei requisiti di pubblicazione.
In un processo altamente anomalo, Hayes ora contraddice l’esito della revisione tra pari e del processo editoriale ordinario e decide di ritirare l’articolo a più di un anno dalla sua pubblicazione. La sua decisione non è basata su nuovi dati, ma su una revisione segreta e non trasparente da parte di persone non identificabili, di cui sono opinabili i conflitti di interesse che possono avere.
Quanto questa decisione aumenterà la sfiducia pubblica nella scienza in generale e negli alimenti geneticamente modificati in particolare?
La ritrattazione del paper segue inoltre di pochi mesi la nomina di Richard E. Goodman a occupare una posizione appositamente creata presso la rivista Food and Chemical Toxicology con la qualifica di editore associato per le biotecnologie. Si tratta di un ex ricercatore della Monsanto affiliato all’International Life Sciences Institute (ILSI), una lobby dell’industria OGM.
E il caso Séralini non è il primo a cadere vittima delle campagne di killeraggio scientifico: dopo l’insediamento di Goodman, FCT ha anche ritirato uno studio di ricercatori brasiliani che a loro volta avevano sollevato dubbi scientifici sulla sicurezza delle colture GM. Lo studio aveva dimostrato che le tossine insetticide Bt quali quelle presenti in colture transgeniche resistenti agli insetti non sono degradate nel corso della digestione, come sostenuto dalle industrie del settore e dalle autorità di regolamentazione quali l’EFSA, ma che possono avere effetti tossici sul sangue dei topi. Il paper dei ricercatori brasiliani, come quello a cura del Prof. Séralini, era stato peer-reviewed e pubblicato da FCT, per essere successivamente ritirato dopo l’arrivo di Goodman senza alcuna spiegazione ed essere immediatamente ri-pubblicato in un’altra rivista.
Non vi è alcuna prova della responsabilità di Goodman nella ritrattazione di questi studi, ma la sua nomina solleva questioni circa l’influenza delle multinazionali sulla letteratura scientifica.
“A me m’ha bloccato la malattia”, diceva Nando Mericoni. Rammarico ahinoi valido sia per le cavie che per la scienza piegata da patologici conflitti di interessi.