Varie realtà industriali e della grande distribuzione organizzata europea hanno promosso una Dichiarazione volta a mettere in sicurezza una quota di produzione brasiliana di soia non geneticamente modificata.
L’appello si rivolge alle istituzioni politiche e agricole brasiliane per far capire quali margini di mercato sussistano in Europa per le filiere – in primis zootecniche – che fanno leva sulla soia quale componente cruciale della mangimistica.
Nella Dichiarazione viene evidenziato come le normative introdotte di recente in vari paesi europei (quali Germania, Austria e Francia), che inquadrano e codificano i criteri per poter dichiarare che un prodotto zootecnico è stato ottenuto escludendo dall’alimentazione del bestiame ingredienti OGM, abbiano dato impulso a filiere dalla forte attrattività e con buoni esiti commerciali. Si tratta di un percorso che anche l’Italia dovrebbe seguire.
L’Italia, inoltre, a differenza di altri Paesi europei, potrebbe far leva su un importante e potenzialmente crescente bacino di produzione di soia non-transgenica nostrana e questo potrebbe essere una modalità per dare fondamento a quel principio della sovranità alimentare curiosamente evocato anche nella Dichiarazione degli industriali e della GDO europea che, qualificandola erroneamente come un ‘diritto’ ‘individuale’, la citano a supporto della richiesta.
Il tema OGM è rientrato nel dibattito politico con la discussione di mozioni di indirizzo al governo da parte del Senato. È opportuno che in quella sede si prenda atto di quanto e come spinge l’industria europea.
La Dichiarazione è disponibile su: http://www.glamur.eu/wp-content/uploads/2013/05/Brussels-Soy-Declaration-EN-May-2013.pdf